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Il potenziale rinvio dell’EUDR: cosa cambia per imprese e ambiente

  • Immagine del redattore: Consulenza Doganale
    Consulenza Doganale
  • 21 ott
  • Tempo di lettura: 3 min

La EUDR (EU Deforestation Regulation) rappresenta una delle normative più ambiziose mai adottate dall’Unione Europea per contrastare la deforestazione globale. Il suo obiettivo principale è quello di garantire che le materie prime e i prodotti derivati immessi sul mercato europeo non provengano da terreni deforestati o degradati dopo il 31 dicembre 2020. In origine, la piena applicazione era prevista per il 30 dicembre 2024, ma negli ultimi mesi si è diffusa con sempre maggiore insistenza la possibilità di un rinvio EUDR, con uno slittamento che potrebbe estendere i tempi di attuazione fino al 2026 o addirittura al 2027.


Le ragioni di questo possibile rinvio sono molteplici e intrecciano fattori tecnici, economici e politici. Le imprese e gli operatori commerciali hanno manifestato forti preoccupazioni circa la loro capacità di conformarsi ai nuovi requisiti entro le scadenze stabilite. I sistemi digitali necessari per la gestione delle dichiarazioni di dovuta diligenza e per il controllo della tracciabilità delle filiere non sarebbero ancora pienamente operativi. Anche la Commissione Europea ha riconosciuto l’esistenza di criticità tecniche, segnalando che la piattaforma informatica prevista per gestire il flusso delle dichiarazioni di conformità rischierebbe di non essere pronta o di non garantire un funzionamento stabile.


Già nel dicembre 2024 il Consiglio dell’Unione Europea aveva approvato un primo rinvio EUDR, posticipando l’applicazione della normativa al 30 dicembre 2025 per le grandi imprese e al 30 giugno 2026 per le micro e piccole imprese. Più recentemente, nel settembre 2025, la Commissione ha annunciato l’intenzione di proporre un ulteriore rinvio di dodici mesi, che sposterebbe la piena entrata in vigore alla fine del 2026, con alcune voci che parlano persino di un’applicazione effettiva nel corso del 2027.


EUDR rinvio possibile

Le conseguenze di questo rinvio sono complesse. Da un lato, un differimento dei termini permette alle aziende di prepararsi meglio, di investire con maggiore calma in strumenti di tracciabilità e di raccogliere la documentazione necessaria per dimostrare la conformità delle proprie forniture.


Dall’altro lato, la sospensione temporanea dell’efficacia della EUDR rischia di indebolire la spinta ambientale dell’Unione, prolungando un periodo in cui materie prime come soia, cacao, caffè, legno o olio di palma continuano a circolare sul mercato europeo senza le nuove garanzie di sostenibilità. Alcuni osservatori sostengono che un ulteriore rinvio EUDR comprometterebbe la credibilità dell’Unione Europea come leader mondiale nella tutela delle foreste e nella promozione di filiere trasparenti e responsabili.


Per le imprese italiane il rinvio non dovrebbe essere interpretato come una sospensione dell’obbligo di adeguamento, ma come un’occasione per anticipare le mosse. Continuare a lavorare sulla tracciabilità delle materie prime, sulla geolocalizzazione delle aree di origine e sull’impostazione della due diligence significa arrivare preparati al momento in cui la normativa entrerà definitivamente in vigore. È altrettanto importante seguire con attenzione l’evoluzione legislativa, poiché il rinvio EUDR potrebbe essere accompagnato da modifiche strutturali, come la creazione di una categoria di rischio “trascurabile” o l’introduzione di procedure semplificate per alcuni Paesi o prodotti.


In definitiva, il possibile rinvio dell’EUDR non va letto come un passo indietro, ma come una fase di assestamento necessaria a garantire che il regolamento sia realmente applicabile e sostenibile per tutti gli operatori coinvolti. Tuttavia, un rinvio eccessivo rischierebbe di indebolire l’impatto ambientale del provvedimento e di ritardare il raggiungimento degli obiettivi climatici europei. Le aziende più lungimiranti dovrebbero sfruttare questo tempo per consolidare i propri processi di conformità e dimostrarsi pronte a operare in un mercato sempre più attento alla sostenibilità e alla trasparenza.

 
 
 

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